In Val di Non esistono ricette tramandate da generazione in generazione, pietanze che continuano ad essere parte delle consuetudini di paese. Un esempio di queste piccole ma sentite tradizioni è quello del Brezdel.
Questo dolce è una soffice ciambella ricoperta di zucchero dal sapore delicato, originaria di un piccolo paesello della Val di Non, ultimo paese della sponda del Novella, Brez. Era il dolce tipico dei matrimoni di un tempo. Simbolo e augurio di prosperità era consuetudine degli sposi offrirlo come dono agli invitati alle nozze. Oggi questa tradizione continua e spesso lo proponiamo anche come bomboniera nella giornata della Prima Comunione quando i bambini sfilano con la loro tunica bianca ed i fiori in mano.
Il mio vicino panettiere è rimasto uno dei pochi a sfornare questo dolce nel suo laboratorio artigianale. La ricetta è stata portata avanti da generazione in generazione e mi ha raccontato che il nome Brezdel ha una duplice origine.
Innanzitutto ricorda l’abitudine con cui le donne del paese, di ritorno dal mercato “en piaza”, trasportavano il dolce infilandolo nel braccio (in dialetto “el braz”).
La seconda versione, più sentimentale, richiamerebbe un giorno caro ai tanti emigrati del paese di Brez negli Stati Uniti. Il giorno speciale si chiamava "Brez day" e in questa occasione le persone originarie di Brez si ritrovavano assieme per ricordare la loro terra d’origine consumando questo tipico dolce assieme ad un bicchiere di vino.
Il Brezdel è prodotto ancor oggi nel panificio di Brez. Data la lunga lavorazione che prevede molte lievitazioni viene sfornato su richiesta. E’ ottimo soprattutto gustato ancora tiepido e in particolar modo a colazione. Quelle poche volte che a casa mia ne avanza un po' e diventa secco lo inzuppiamo nel caffelatte, anche se è ora di cena! E nessuno si lamenta: né grandi, né piccini!