Con i suoi 152 metri di altezza fu per lungo tempo la più alta d’Europa. A metà del 1900 servirono 112.000 metri cubi di calcestruzzo e 10 milioni di ore lavorative per costruirla. Oggi produce fino a 301 milioni di Kwh annui grazie ai 182 milioni di metri cubi d’acqua che contiene.
Stiamo parlando della Diga di S. Giustina, la più imponente opera realizzata dall’uomo in Val di Non che quest’anno festeggia il suo 70esimo compleanno. La diga venne infatti inaugurata nel 1951 al termine di cinque anni di lavoro che coinvolse centinaia di lavoratori e prestigiosi progettisti.
La sua realizzazione cambiò radicalmente il paesaggio, dando vita al famoso lago di Santa Giustina nel cuore della valle. Il nuovo bacino sommerse circa 406 ettari tra bosco, prati e vigneti. L'acqua inghiottì anche strade e ponti che fino a poco prima servivano per spostarsi da una parte all'altra e ad attraversare gli stretti canyon che caratterizzano la Val di Non.
Il cambiamento fu talmente forte che che la presenza del lago delineò addirittura una nuova località della Val di Non, la "Terza Sponda". Prima della sua creazione, infatti, la valle era semplicemente suddivisa tra “destra” e “sinistra” del fiume Noce che scorreva sul fondovalle. Con la messa in funzione della diga il livello dell'acqua salì di ben 130 metri e andò ad allagare non solo il centro della Val di Non ma anche la valletta laterale del rio Novella, che scendeva dai paesi di Cloz, Romallo, Revò e Cagnò.
Questi paesi ora si ritrovavano improvvisamente affacciati sul lago e in una posizione laterale ma in risalto rispetto a prima. Quindi non c'era più solamente una sponda destra e una sponda sinistra della valle, ma anche una "Terza Sponda": ecco il perchè alla zona venne dato questo strano nome.
Gli anziani invece che abitano nel paese di Revò ricordano il grande silenzio al loro risveglio all'indomani della messa in funzione della diga. Di colpo non si sentiva più il rumore e il rimbombo incessante dell'acqua che scorreva veloce e sbatteva contro le rocce sotto il paese. Trovandosi nel punto in cui il torrente Noce scendeva impetuoso dalla Val di Sole per entrare in Val di Non gli abitanti di Revò infatti erano nati e cresciuti accompagnati dal rumore dell'acqua.
Oggi siamo abituati al grande cuore blu del lago di Santa Giustina al centro della valle. Però ogni volta che percorriamo in auto la Strada Statale 43 tra Dermulo e Cles, quando attraversiamo il ponte, lanciamo sempre uno sguardo stupito al coronamento circolare della diga. E infatti non mancano mai persone incuriosite che si fermano sul ponte e si stupiscono dall'altezza vertiginosa della diga!
Ma il posto migliore in assoluto percepire tutta la grandezza di quest'opera è a bordo del trenino locale, nel momento in cui attraversa il ponte sulla profonda forra di Santa Giustina, tra Dermulo e Tassullo.
Ma per quale motivo è stata costruita? La diga fa parte di quelle grandi opere che vennero realizzate in Italia nel settore idroelettrico a partire dal secondo dopoguerra. Essa alimenta mediante condotte sotterranee la centrale elettrica di Taio. I lavori furono affidati alla società Edison che realizzò un enorme cantiere con operai specializzati per scavare nella roccia, realizzare gallerie, posare quintali di calcestruzzo.
In particolari periodi dell’anno, quando il livello dell'acqua si abbassa, alcuni di questi ponti ritornano in superficie e possono essere ammirati dai visitatori. (LINK PONTI SOMMERSI???)
Come mai si chiama così? La diga e il lago prendono il nome dall’antico eremo le cui rovine colpiscono ancora oggi per il loro fascino. E’ situato nella forra alla base della diga, raggiungibile a piedi dal paese di Dermulo percorrendo un sentiero che conduce ai ruderi immersi in uno scenario davvero suggestivo.
E oggi? Non c’è solo la produzione di energia nel futuro di questo luogo. La vicina area delle “Plaze” di Dermulo è stata recentemente riqualificata con la creazione di un grande parco, il posto ideale per trascorrere il tempo libero immersi nella natura e in riva al lago. Da qui si può vedere, sullo sfondo, il magnifico Castel Cles, e da qui si può partire a bordo di un kayak per andare a visitare una delle perle della valle: le gole del Canyon Novella. (LINK VISITE???)
Ma la stessa diga è interessata da uno spettacolare progetto che verrà realizzato nei prossimi anni: lo “skywalk”, una passerella girevole a sbalzo sulla forra del fiume Noce! La Diga di Santa Giustina e il lago non saranno quindi soltanto una fonte di produzione di energia idroelettrica, bensì uno dei volani del turismo della Val di Non.