Hai mai sentito parlare del Santuario di San Romedio? Sono certo di sì, perché questo gioiello ce lo invidiano in tutta Europa! Si tratta di un antichissimo eremo dove secondo la leggenda visse Romedio in compagnia di un orso. Sarà per questo che quassù sen tuti en puech orsi?! Scherzi a parte, ascolta me: se vieni in Val di Non nella tua lista delle cose da vedere a San Romedio assegna pure uno degli scalini più alti del podio…
Perché visitare il Santuario di San Romedio? Ti do io almeno tre buone motivazioni. Lasciamo l’orso per ultima, credimi c’è ben altro. Prima di tutto la magia del posto. Cinque piccole chiesette sovrapposte, tutte costruite su uno sperone di roccia e unite tra loro da una lunga scalinata di 131 gradini. Che fadigia! Non lamentarti, quando sarai lassù mi ringrazierai del consiglio.
Seconda buona motivazione? Il sentiero nella roccia che conduce all’eremo. Suggestivo, rilassante, un pizzico vertiginoso: insomma il modo ideale per prepararsi emotivamente a raggiungere il Santuario di San Romedio.
E finalmente sto benedetto orso (benedetto in ogni senso!). Non fare anche tu polemica gratuita. Prima di giudicare ascolta dalla mia bocca il perché del suo trovarsi qui. Vedrai, in Val di Non a tutto c’è una spiegazione…
Te la conti mi…
La leggenda dell'orso trentino e di San Romedio
Il Santuario di San Romedio è spesso ricordato anche per l’area faunistica adiacente l’ingresso in cui vive in semilibertà un orso, vera mascotte di tutti i bambini della Val di Non.
La presenza dell'orso trentino in questo luogo di culto è legata alla leggenda secondo cui Romedio, ormai vecchio si sarebbe incamminato dal suo luogo di eremitaggio verso la città deciso ad incontrare il Vescovo di Trento Vigilio. Lungo il percorso il suo cavallo sarebbe stato sbranato da un orso, Romedio tuttavia non si diede per vinto e avvicinatosi alla bestia sarebbe riuscito miracolosamente a renderla mansueta e a cavalcarla fino a Trento. L'orso così divenne il suo unico compagno fino alla morte.
Ricordando questa leggenda nel 1958 il senatore conte Gian Giacomo Gallarati Scotti, membro d’onore del comitato di fondazione del WWF in Italia, comprò Charlie, un orso destinato a morire perché la sua pelle fosse venduta, e lo donò al santuario di San Romedio. Da allora l'area faunistica del santuario di San Romedio ha sempre dato asilo ad esemplari di orso trentino e non solo altrimenti destinati ad una sorte più triste.
Oggi al santuario di San Romedio è ospitato "Bruno": un bellissimo esemplare di orso dei Carpazi.
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